Tributo a Fabrizio De Andrè organizzato dal circolo Arci Xanadù
Sembrava di essere in un vecchio borgo genovese venerdì 27 Gennaio al Nuovo Teatro di Rebbio, dove, tra una canzone del Faber e l'altra, si è parlato un po' di tutto.
E' stata una serata che ha visto partecipare grandi e piccini, ragazzi e anziani di tutte le età, e si è cantato un po' di tutto in memoria di chi è riuscito, avendo un mondo nel cuore, a esprimerlo con le parole.
Diversi gruppi si sono esibiti portando in quel piccolo paesino l’armonia e i temi impegnati che Fabrizio De Andrè riuscì a raccontare con la musica come mai nessuno prima di lui e come purtroppo nessuno dopo.
Sono echeggiate tra quelle poltroncine rosse canzoni di denuncia sociale come Nella mia ora di libertà ma anche d'amore come Tre madri e si sono affrontati temi forti come il sesso che Bocca di rosa faceva per passione o come la critica religiosa bene espressa ne Il testamento di Tito, e ancora si è cantato La città vecchia e un gruppo straniero ha omaggiato il cantante genovese con la famosissima Via del Campo, poi dei giovanissimi ragazzi della zona, "I re della cantina" hanno cantato Andrea mentre i componenti de “La cattiva strada” hanno aperto il tributo con Il ritorno di Giuseppe. Poi tra una canzone e l'altra è stato recitato dall' “Orchestrina del suonatore Jones” un passo scritto da uno dei più grandi collaboratori di Fabrizio: Piero Milesi morto lo scorso 30 Ottobre di infarto.
Infine, dopo aver ricordato nuovamente la giornata per la memoria con Le storie di Ieri, pezzo scritto da De Gregori e De Andrè, la serata è proseguita con Crueza de Ma e, con il famosissimo Pescatore, il palco si è di nuovo riempito con le voce di tutte quelle persone che di diverse età , diverse etnie e perfino diverse idee per una sera hanno voluto dar voce a chi circa tredici anni fa ha smesso di cantare la vita.
Così tra “Signora Libertà e signorina Anarchia” si è cantato di Fabrizio, della sua passione, ma anche dell’ Arci locale che festeggiava proprio quella sera i cinque anni e dello spazio Gloria che deve essere salvato perché, come dice Dario Fo, qui, nell’Italia di oggi, spesso si preferisce un supermercato alla cultura e così nel giro di pochi giorni si smantella tutto e quelle emozioni vissute tra un palco e un sipario vengono rimpiazzate da grandi scaffali .
Insomma è stata proprio una notte speciale quella dello scorso venerdì, o per dirla come solo il Faber ha saputo fare:
“Notte diversa per gente normale
notte comune per gente speciale
cos'altro ti serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite”
notte comune per gente speciale
cos'altro ti serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite”
G.P.
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