Cantù, 23 gennaio. Alle 21 si riunisce in piazza Marconi il Consiglio comunale; non è una seduta qualunque, è quella in cui si decide l’adozione del Pgt, Piano di Governo del Territorio. Insomma, in gioco c’è il futuro della città, in fatto di nuove costruzioni, gestione del verde e viabilità.
Il sindaco Tiziana Sala apre la serata presentando il documento come una svolta positiva per i canturini. «I punti principali del piano sono recupero e valorizzazione del centro storico e dei cascinali, identificazione di nuove aree per attività artigianali e imprenditoriali, salvaguardia dell’ambiente». Per l’assessore all’urbanistica Alessandra Tabacco , il Pgt fornisce “risposte concrete al mondo dell’economia”, garantendo al tempo stesso l’equilibrio ecologico. Le danno ragione gli estensori del piano: «È previsto un ampliamento delle aree edificabili, ma al verde sarà sottratto meno della metà del suolo su cui era possibile intervenire».
Contro il Pgt si schierano le opposizioni. Il più duro è Claudio Bizzozero della lista civica Lavori in Corso: « Il documento è pieno di imprecisioni, dati non aggiornati, manca una visione strategica; per altro, i costi sono sproporzionati rispetto alle possibilità della città. La Lega vomita cemento su Cantù, qui si sacrifica la qualità della vita per interessi di parte. Se vinceremo le prossime elezioni, la prima cosa che faremo sarà revocare questo vergognoso Pgt».
Come non era difficile prevedere, il Piano di Governo del Territorio viene adottato. Il Consiglio si scioglie all’una di notte dopo un acceso dibattito tra maggioranza e opposizione. Fin qui, niente di nuovo. La vera sorpresa non sta tra i banchi della politica, ma vi è seduta di fronte: si tratta di 50 giovani che assistono dall’inizio alla fine al Consiglio Comunale. Sono i ragazzi di Cantù Rugiada, una lista civica che appoggia Lavori in Corso, ma che ci tiene alla propria autonomia. Tra i loro punti programmatici hanno la tutela dell’ambiente: sostengono che il PGT proposto dalla maggioranza non faccia altro che togliere spazi al verde per consegnarli alla speculazione edilizia.
Durante il dibattito fanno sentire la loro presenza. Fischi per il sindaco, l’assessore Tabacco e alcuni esponenti della maggioranza; applausi per i discorsi dell’opposizione, soprattutto per Claudio Bizzozero e Angiola Tremonti, ma anche per il leghista Alessandro Brianza, che esprime le sue riserve riguardo al piano. Al momento della votazione, espongono due striscioni, “PGT, Pessima Gestione del Territorio” e “Stop al cemento”, e cantano “Giù le mani da Santa Naga”.
Avversari politici e giornalisti locali attaccano le modalità della protesta. Forse, però, ciò che turba queste persone sono 50 giovani presenti a un Consiglio Comunale, è questo inedito bisogno di partecipazione politica, è la rottura di uno schema, lo sconvolgimento di un teatrino visto e rivisto, sempre uguale a se stesso. Giustamente, il valore di un movimento non emerge solo nella fase della contestazione, che per sua natura è dirompente, ma viene fuori più che altro nel suo momento costruttivo; il giudizio deve vertere sulle idee, sulle proposte, sui progetti. Si dia allora ascolto a queste idee, senza censure preventive. Si parli di fatti. Si parli degli 80.000 m2 di verde destinati a trasformazione residenziale; si parli di una superficie anche maggiore adibita all'insediamento abitativo, a fronte di mille appartamenti sfitti in città; si parli di quanto sorridano i palazzinari. È la dura legge del politically correct: chi ne parla, è messo alla gogna.
S.D.
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