Un film di una delicatezza toccante, un film che parla di differenze culturali, razzismo, ma anche solidarietà ed amicizia vera: Io Sono Li, capolavoro di Andrea Segre, colpisce nel segno.
Una storia di umanità intensa, quella di una mamma cinese che aspetta che il suo bambino di soli otto anni la raggiunga, quella di un’amicizia ostacolata, di solitudine e poesia.
Tra tutti i film sulla “questione immigrazione” usciti alla Mostra del Cinema di Venezia questo è forse quello più veritiero, che non vuole per forza il lieto fine, ma ci trasmette con realismo quella che è la vita degli stranieri nel Nord d’Italia, dove spesso sono discriminati e maltrattati, ma che non dimentica di raccontare anche la parte migliore della nostra penisola, formata anche da persone generose, altruiste e aperte a conoscere nuove realtà, senza però trasformarle in eroi, ma rappresentandole semplicemente per quello che sono, persone di buon cuore.
Segre, regista prevalentemente di documentari continua sulla stessa strada, con un film che comunque esplora il mondo e le sue problematiche più vere, mettendo al centro l’uomo in quanto tale, con la sua dignità. Afferma che l’idea del film nasce dalla necessità di trovare in una storia, , allo stesso tempo realistica e metaforica, il modo per parlare del rapporto tra individuo e identità culturale, in un mondo che sempre più tende a creare occasioni di contaminazione e di crisi identitaria e dalla voglia di raccontare due luoghi importanti per la sua vita e fondamentali per l’Italia di oggi: le periferie multietniche di Roma e il Veneto, passato in pochissimo tempo da terra di emigrazione a terra di immigrazione.
Questa storia inoltre insegna che, a volte, per sopravvivere in situazioni molto difficili la vera amicizia e un po’di poesia possono aiutare a non perdere le speranze.
F.T.
Note di regia:
Sei ore cala e sei ore cresce.
La laguna cambia spesso faccia e colore.
Perché l'acqua entra e esce, la marea cala e cresce. Ogni sei ore.
E quando cambia l'acqua in laguna cambia tutto.
Tranne il silenzio. Il silenzio c'è sempre.
Sta lì.
Dolce, infinito e debole.
Ferma il tempo.
Regala alla mente lo spazio del pensiero.
Ospita storie e memorie che non sapevi di conoscere.
E non ti lascia mai solo.
Come una madre.
Come il sorriso e il pianto di una madre.
È questo Shun Li, il dolce dolore di una madre nel silenzio profondo della laguna.
Ed è per questo che Shun Li ha la forza di far tremare il vecchio mondo di un'osteria di pescatori. Farlo innamorare. Fargli paura. Farlo cambiare.
È impossibile non ascoltare il vento di Shun Li ed è triste decidere di attaccarlo o isolarlo.
Purtroppo è ciò che il nostro mondo ha deciso di fare.
Ma è anche ciò che il cinema può raccontare.
Andrea Segre
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