Giovedì 26 aprile, alle ore 21.00, spettacolo teatrale LA GIANNA E IL NERI: una storia sbagliata al Teatro Excelsior di Erba. Produzione Teatro D’Acqua Dolce, Regia di Gabriele Penner con Sarah Paoletti e Gabriele Penner. Sul palco insieme ai due attori, le musiche originali suonate dal vivo dal musicista comasco Filippo Andreani.
“Se il punto di vista di Dio,
se fosse stato identico al mio
a nessuno sarebbe toccato
di nascere uomo e morire soldato”
se fosse stato identico al mio
a nessuno sarebbe toccato
di nascere uomo e morire soldato”
Con questa strofa il cantautore Filippo Andreani ha presentato sul palco di Erba la storia di Giuseppina Tuissi e Luigi Canali, quella storia così sbagliata che ancora oggi solo il Neri e la Gianna potrebbero raccontarci…
Uno spettacolo, quello del 26 aprile, che, a ridosso del giorno della Liberazione, ha voluto rendere omaggio ancora una volta a tutti i partigiani morti per noi e in particolare a quelli che, come il capitano Neri e la sua compagna Gianna, da quelle vicende uscirono doppiamente sconfitti, vittime innocenti di tradimenti, sotterfugi e delusioni, torturati dai fascisti e incompresi dai loro stessi compagni.
Sembra una storia romanzata quella di quei due giovani partigiani, sembra che il Penner abbia scopiazzato un po’ della famosa tragedia shakespeariana Romeo e Giulietta, perché anche il loro amore venne più volte ostacolato dalla lontananza ma questa volta causata dagli ideali e la lotta per un’Italia libera dal regime nazi-fascista. Sembra che qualcuno si sia ispirato anche all’ormai famosissimo film di James Cameron, Titanic, perché come in quella pellicola, anche qui, c’è alla base una struggente realtà; ma quello che differenzia questa storia da quelle emozionanti tragedie da grande schermo è che non c’è nulla di inventato, non c’è nulla che non sia accaduto davvero tra le flemmatiche onde del Lago di Como e le piazze affollate di Milano, tra i lidi di Lenno e i boschi di Dongo, tra le montagne sul confine e le viuzze comasche. E’ vero che il Neri scappò dal carcere dalle milizie fasciste sapendo di lasciare la Gianna e il suo indiscutibile silenzio in una cella dalla quale in qualche modo sapeva che sarebbe uscita. E’ vero che scoppiò un amore fatto di ideali e passione tra un grande comandante partigiano e una semplice staffetta milanese. E’ vero che si separarono molte volte e che molte volte trovarono la strada per rivedersi. E’ vero persino che i partigiani stessi li condannarono per alto tradimento ed è tristemente vero che vennero giudicati per aver taciuto ad alta voce con la gola serrata.. E’ amaramente vero che i loro corpi non vennero più trovati ed è altrettanto reale che Il capitano Neri e la Gianna ci lasciarono solo il ricordo di quel che sono stati e un lago dalle acque dello stesso colore di un sogno annegato..
Tutto in questa storia è avvenuto così come l’hanno recitato Sarah Paoletti e Gabriele Penner ieri sera, ma in quel 1945 non calò nessun sipario sulla vita del capitano Neri e della Gianna, solo uno scuro, pesante e misterioso silenzio. E proprio di questo amore negato, di questi ideali traditi, di queste realtà insabbiate ha voluto cantare Andreani, per mostrare che, proprio durante gli anni bui della dittatura nazi-fascista e la determinata Resistenza, non tutto fu bianco o nero, nulla fu semplice e soprattutto niente, ma proprio niente, venne dato per scontato.
“Ai figli del vostro domani lascio la mia e non la vostra memoria
Che imparino la differenza che corre tra la menzogna e la storia”.
Che imparino la differenza che corre tra la menzogna e la storia”.
G.P.
A Giuseppina Tuissi e Luigi Canali
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