mercoledì 27 febbraio 2013

Oro, argento e bronzo alla Camera

"Finchè ci sono loro, tutti loro, questo Paese non cambierà mai. Sono tutti uguali. Giuro non stavo parlando dei politici. Anche se andassero tutti a casa loro che cambierebbe? Io non stavo parlando degli eletti, stavo parlando degli elettori. Siamo noi i mandanti. Se li guardi bene, i politici italiani, sono gli italiani".

sabato 23 febbraio 2013

Elezioni: interviste per esprimere un parere



A un passo dalle elezioni, a un passo dalla decisione. Chi sceglierete cari concittadini?
Il satrapo che promette di togliere l’Imu o il sangue padano? L’economo bocciato dal Financial Times o la sinistra unita dallo stesso ideale? Il magistrato carismatico o il finto detentore di titoli accademici? Forse il giullare che urla nelle piazze?

Il politico che manca



Ogni venerdì la libreria Feltrinelli in via Cesare Cantù si trasforma in una sala conferenze. Bastano poche sedie, un microfono e (ovviamente) un ospite d’onore per creare uno spazio accogliente in cui i comaschi si danno appuntamento per ascoltare, dibattere e  riflettere sui più svariati argomenti di attualità.
E ieri, 22 febbraio, ormai a pochissime ore dall’apertura dei seggi, era inevitabile che il tema all’ordine del giorno fossero le elezioni. O meglio, elezioni sì, ma raccontate da un punto di vista decisamente originale: quello di Maurizio Viroli, professore universitario, amante di Machiavelli ed insegnante di Teoria Politica a Princeton e a Lugano. Una voce super partes, obiettiva ed accademica, la sola in grado di concentrarsi non tanto sul problema di “chi scegliere”, quanto sul concetto stesso di diritto di voto. Che cosa significa votare? Perché dobbiamo farlo? E perché non astenersi?