domenica 7 aprile 2013

una bicicletta per diventare libere



"Sono così fiera di aver girato il primo lungometraggio mai filmato interamente nel Regno. Io vengo da una piccola città dell'Arabia Saudita dove ci sono molte ragazzine come Wadjda, che hanno grandi sogni, forti personalità e tanto potenziale. Queste ragazzine possono rimodellare e ridefinire la nostra nazione, e lo faranno"- Haifaa Al Mansour.


 
“Wadjda”, in italiano “La bicicletta verde”: un film dell’Arabia Saudita che racconta il mondo islamico da un punto di vista un po’ diverso dal solito, quello di una simpatica ragazzina che lotta per un’infanzia spensierata e libera, opponendosi ai rigidi dettami della società in cui vive.
La regista, Haifaa Al Mansour, è la prima donna a dirigere un film in Arabia ed è giunta fino alla 69a mostra del cinema di Venezia. In sala, alla prima proiezione del suo capolavoro, si è commossa per quegli applausi che hanno sancito la sua rivalsa come artista cinematografica, perché, in un Paese dove le donne non possono nemmeno andare in bicicletta (o almeno fino a poco fa non potevano), lei è riuscita a girare un film.
“Wadjda”, distribuito da Academytwo col patrocinio di Amnesty International in Italia è stato presentato al Festival di Venezia, Torino e Roma ha vinto al Film Festival di Dubai come miglior film in lingua Araba.

Un film fresco, giovane e per certi versi anche irriverente, che tratta temi scottanti della società araba in modo tale che siano evidenti a tutti e facciano riflettere, ma senza rendere pesante l’andamento della trama, come nella maggior parte dei film che trattano l’argomento.
È il racconto di una lotta per la libertà che a tratti commuove, ma che lascia, nonostante il realismo delle riprese di certe situazioni ancora irrisolte, la speranza di un cambiamento e di un’emancipazione femminile che si spera avverrà presto.

F.T.

“La bicicletta verde” sarà proiettato domani sera, 8 aprile, al cinema Gloria, ore 21.00.

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