"Sono così fiera di aver girato il primo
lungometraggio mai filmato interamente nel Regno. Io vengo da una piccola città
dell'Arabia Saudita dove ci sono molte ragazzine come Wadjda, che hanno grandi
sogni, forti personalità e tanto potenziale. Queste ragazzine possono
rimodellare e ridefinire la nostra nazione, e lo faranno"- Haifaa Al
Mansour.
“Wadjda”, in italiano “La bicicletta verde”: un film
dell’Arabia Saudita che racconta il mondo islamico da un punto di vista un po’
diverso dal solito, quello di una simpatica ragazzina che lotta per un’infanzia
spensierata e libera, opponendosi ai rigidi dettami della società in cui vive.
La regista, Haifaa Al Mansour, è la prima donna a dirigere
un film in Arabia ed è giunta fino alla 69a mostra del cinema di
Venezia. In sala, alla prima proiezione del suo capolavoro, si è commossa per
quegli applausi che hanno sancito la sua rivalsa come artista cinematografica,
perché, in un Paese dove le donne non possono nemmeno andare in bicicletta (o
almeno fino a poco fa non potevano), lei è riuscita a girare un film.
“Wadjda”, distribuito da Academytwo col patrocinio di
Amnesty International in Italia è stato presentato al Festival di Venezia, Torino
e Roma ha vinto al Film Festival di Dubai come miglior
film in lingua Araba.
Un film fresco, giovane e per certi
versi anche irriverente, che tratta temi scottanti della società araba in modo
tale che siano evidenti a tutti e facciano riflettere, ma senza rendere pesante
l’andamento della trama, come nella maggior parte dei film che trattano
l’argomento.
È il racconto di una lotta per la
libertà che a tratti commuove, ma che lascia, nonostante il realismo delle
riprese di certe situazioni ancora irrisolte, la speranza di un cambiamento e
di un’emancipazione femminile che si spera avverrà presto.
F.T.
“La bicicletta verde”
sarà proiettato domani sera, 8 aprile, al cinema Gloria, ore 21.00.
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