martedì 27 settembre 2011

L'Isola che c'è


Seconda stella a destra questo è il cammino, e poi dritto, fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è… 
 
Scontato, vero? Citare la canzone di Bennato per cominciare un articolo che parlerà della fiera comasca chiamata (appunto) L’isola che c’è! Però, se da un lato poche e stravaganti persone avranno osservato le costellazioni per orientarsi sulla provinciale varesina nella ricerca di questa famosa fiera (o isola? Non si è ancora capito!), dall’altro è anche probabile che molti visitatori, mentre seguivano in macchina i cartelli colorati che indicavano a chiare lettere i parcheggi dell’ ISOLA CHE C’E’, si saranno messi a canticchiare il noto ritornello del cantautore italiano, o perlomeno avranno rivolto un fugace pensiero alle avventure di Peter Pan. Quel che è certo è che, nel weekend tra il 17 e il 18 settembre, chiunque abbia partecipato all’evento sapeva perfettamente che all’interno del Parco Comunale di Villa Guardia non avrebbe trovato né polvere di fata né la tana dei bimbi sperduti… e nemmeno la ciurma di Capitan Uncino! Al contrario!
Bancarelle, stand, conferenze, espositori, associazioni di volontariato, cibo, musica e tanti, tantissimi entusiasti collaboratori che animavano l’intera area del parco, uniti da un comune valore: l’economia solidale. Del resto si può essere Peter Pan anche senza saper volare... bastano i pensieri felici e una buona dose di speranza per imparare a sognare e a credere nell’esistenza di un mondo altro, diverso, migliore.

Perché L’Isola che c’è è una manifestazione che rinuncia al fantastico, ma non alla fantasia per promuovere nuovi stili di vita, basati sulle relazioni e sullo scambio tra persone, territori e culture, seguendo criteri di eticità, equità e solidarietà. Lo scopo della fiera è infatti creare una rete comasca di consumo responsabile all’interno della quale collaborino consumatori consapevoli, produttori attenti al rispetto dell’ambiente e promotori di fonti di energie alternative. Un obbiettivo possibile da raggiungere o l’ennesimo ideale utopistico? Per rispondere a questa domanda, è necessario prima risolvere un altro dilemma: di fronte alla realtà venale, degradata, violenta e immorale che noi tutti conosciamo, è meglio combattere o arrendersi in partenza?

A nome di quella vasta categoria di scettici scoraggiati che sventola bandiera bianca ancor prima di iniziare a lottare, Edoardo Bennato canterebbe: son d’accordo con voi, non esiste una terra dove non ci son santi né eroi, e se non ci son ladri, se non c’è mai la guerra, forse è proprio l’isola che non c’è, che non c’è.

Per dar voce allo schieramento opposto (quello dei sognatori, degli ottimisti) non serve invece ricorrere alla poesia della musica, dal momento che bastano pochi dati concreti, efficaci e recentissimi: più di 10000 i visitatori che hanno affrontato la pioggia e il freddo pur di non mancare all’appuntamento annuale con L’isola, 180 gli espositori che hanno allestito stand per diffondere la propria proposta di stile di vita alternativo, 200 i volontari coinvolti nell’organizzazione dell’evento. Ma non sono i numeri a dar corpo a un ideale, sono le persone! Persone che credono nell’importanza del commercio equo, della finanza etica, della cooperazione sociale, del rispetto dell’ambiente, della pace e della solidarietà. E per queste persone l’esistenza di un mondo migliore non è solo un’utopia, ma una certezza. È l’isola che c’è.

E ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te.

G.C.

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