Manca 1 giorno, 6 ore e 5 minuti all’apertura dei seggi. Sul sito ufficiale delle elezioni
comunali 2012 (http://www.elezionicomo.it/),
in alto a destra, un conto alla rovescia scorre veloce,
inarrestabile, quasi volesse ricordare ai cittadini comaschi che il
tempo per decidere chi votare sta scadendo. Tic, tac, tic, tac… il
6 maggio si avvicina e forse è giunto il momento di schiarirsi le
idee per non rischiare di trovarsi impreparati di fronte alla scheda
elettorale.
Del resto l’elenco
interminabile dei 702 aspiranti consiglieri potrebbe mandare in
confusione un votante indeciso: con 16 candidati sindaco e 24 liste
c’è proprio l’imbarazzo della scelta! Dagli immancabili
esponenti dei partiti nazionali (Laura Bordoli per il Pdl,
Mascetti per la Lega, Lucini per il Pd, e D’Ambrosio
per l’Udc) ai rappresentanti di movimenti in ascesa (Ceruti,
Movimento 5 stelle) o di gruppi minori (Colussi per La
Destra, Pastore per Futuro e Libertà). Da chi partecipa
alla campagna nella speranza di sensibilizzare Como alla causa
ambientalista (Elisabetta Patelli per i Verdi ecologisti), a
chi sfrutta l’occasione per diffondere le proprie assurdità
xenofobe (Ferrara, FN). E infine, a complicare i giochi in
questo sistema di schieramenti altrimenti classico, si inseriscono i
cittadini che, per queste elezioni amministrative, hanno deciso di
scendere in campo e diventare politici in prima persona. Con le loro
tredici liste civiche, infatti, i comaschi concorrono alla campagna
elettorale: in parte autonomamente, presentando i propri candidati
sindaco ( Sinistra per Como con Supino, Per Como con
Molteni, Impegno per Como con Lionetti, No Logo, Adesso
Como con Rapinese, Il faro per Como con Vierchwod, Patto
per Como con Peronese), in parte appoggiando altri partiti ( Amo
la mia città e Como civica con il Pd, Movimento
autonomo per Como, Polo di centro e Uniti per Como con FLI), o,
caso unico nel suo genere, sostenendo un ex assessore già sconfitto
alle primarie (Forza cambia Como con Gaddi).
Non bisogna essere né
geni matematici né esperti di politica per capire che, tra tanti
concorrenti, nessuno uscirà vincitore al primo turno. Il
ballottaggio sembrerebbe inevitabile. Eppure una tale previsione non
ha scoraggiato nessun candidato: al contrario, li ha spinti ad
impegnarsi con maggiore passione in nome della propria città, li ha
costretti ad avanzare proposte costruttive e ad immaginare un futuro
migliore per Como. Il risultato di questo entusiasmo? Sedici
programmi elettorali incentrati tutti sugli stessi punti fondamentali
(con qualche eccezione dalle frange estreme, ovviamente): rispetto
dell’ambiente, risparmio energetico e valorizzazione del suolo
urbano, rilancio del turismo e delle attività culturali, promozione
di politiche giovanili e di sostegno per i servizi sociali,
trasparenza da parte dell’amministrazione comunale.
Indipendentemente dal risultato delle elezioni, sembrerebbe che a
partire dal 7 maggio 2012 Como sia destinata a rinascere! Città
ecologica, centro culturale, attrazione turistica. Comune pronto ad
abbattere le barriere con la periferia, ad annullare le distanze
economiche e sociali, ad appellarsi a nobili ideali quali rispetto,
giustizia e legalità.
Elisabetta Patelli
progetta di trasformare il Parco di San Martino in un’isola di
“orti e prati dove passeggiare, correre, studiare, rilassarsi, fare
sport, andare in bici”, Mario Lucini aspira a realizzare “una
vera città universitaria con più sale di lettura, biblioteche
aperte, accesso libero al wi-fi”, Molteni consiglia di “lavorare
affinchè la città di Volta, del Razionalismo, del nostro lago
diventi patrimonio dell’Unesco”. Laura Bordoli promette una città
più sicura: “garantiremo la tutela di parchi e di aree pubbliche
attraverso figure volontarie, forze dell’ordine in congedo e
l’attività del vigile di quartiere. Installeremo nuovi impianti di
videosorveglianza per combattere vandalismi e microcriminalità”;
Rapinese punta invece sull’onestà: “ogni singola fattura o nota
che l’amministrazione pagherà sarà rintracciabile sul sito
internet del comune”. E per quanto riguarda problemi già noti come
la manutenzione delle strade, le paratie sul lungolago, la Ticosa e
il rudere dell’ex Sant’Anna? Che domande! Di proposte ce ne sono,
e anche tante, ma per metterle in pratica servono soldi. Ma il Comune
di Como, come ci è stato ripetuto più volte, non ne ha più (e non
perché li ha spesi tutti investendo nei grandi progetti proposti
dalle liste elettorali!).
A questo punto, per gli
elettori comaschi, resta un ultimo dilemma da risolvere entro
l’apertura dei seggi: meglio scommettere su una Como modello o
investire sulle reali risorse della città? Resta poco tempo per
rispondere. Manca 1 giorno, 2 ore e 36 minuti… tic, tac, tic, tac!
G.C.
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