In
base ai sondaggi, il favorito di questa tornata elettorale è Claudio Bizzozero,
candidato della lista civica Lavori in Corso. Al suo terzo tentativo di
diventare primo cittadino di Cantù, questa volta ci crede veramente. L’ultima
volta ci era andato vicino, ma al ballottaggio era stato sconfitto per
una manciata di voti dal sindaco uscente Tiziana Sala, della Lega Nord. Diversi
fattori rendono probabile una vittoria di Bizzozero. Innanzitutto, il lavoro
non indifferente di un movimento che in dieci anni ha saputo raccogliere il
consenso di chi non era soddisfatto del governo cittadino. Poi, la crisi, a
livello nazionale, della destra e, in generale, di tutti i partiti non può che favorire
una lista civica che per anni ha fatto opposizione a Pdl e Lega.
Si
dividono le strade di questi due partiti, in parlamento come a Cantù. Le
discutibili scelte dell’amministrazione uscente hanno determinato il divorzio
tra i due alleati e anche all’interno delle stesse forze politiche. La Lega
Nord e il suo candidato Nicola Molteni, appartenente alle fila maroniane,
sembrano disconoscere l’operato del sindaco Sala.
Dall’altra
parte, anche il Pdl ha capito che tira una brutta aria. Non a caso, ha
candidato Attilio Marcantonio, un farmacista senza neanche la tessera del
partito. Un homo novus, una faccia pulita e conosciuta da presentare per
dribblare il problema della crisi di credibilità dei politici e dei partiti.
Lo
stesso cruccio che attanaglia il Pd. I democratici non hanno mai avuto un
grosso seguito a Cantù. Tuttavia, stavolta possono giocare le proprie carte. Il
candidato Antonio Pagani è un personaggio conosciuto nel mondo dell’associazionismo
della città ed è stato il primo ad avanzare la propria candidatura, ormai un
anno fa. Più tempo a disposizione potrebbe significare più voti. Forse.
Questi
quattro nomi sono i favoriti per il ballottaggio. Gli altri sei sono candidati
da Sel, Udc e liste civiche, ma difficilmente li rivedremo al secondo turno. Al
di là del risultato, una realtà è evidente. Dieci candidati sono tanti. A Como
sono addirittura sedici. Questo riflette la scena politica italiana. Il
bipolarismo tentato con la Seconda Repubblica è fallito. Riemergono le
formazioni più piccole, che in un momento di crisi dei partiti riescono ad
alzare la voce. Le liste civiche fioriscono, laddove la politica tradizionale arranca.
Dalla frammentazione dei grandi blocchi germogliano le formazioni minori. Per
molti, questo fatto è disorientante e negativo. Ma non per forza è così. Noi
Italiani siamo fatti così: tanta politica, tante risse, ma anche tante idee.
S.D.
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