giovedì 3 maggio 2012

Cantù alle urne, una città divisa in dieci

Dieci candidati, una sola poltrona. Quella di sindaco di Cantù. E una sola certezza: il ballottaggio. Già, perché la scena politica della città è talmente frammentata che la vittoria al primo turno rappresenta un’utopia per tutti.


In base ai sondaggi, il favorito di questa tornata elettorale è Claudio Bizzozero, candidato della lista civica Lavori in Corso. Al suo terzo tentativo di diventare primo cittadino di Cantù, questa volta ci crede veramente. L’ultima volta ci era andato vicino, ma al ballottaggio era stato sconfitto per una manciata di voti dal sindaco uscente Tiziana Sala, della Lega Nord. Diversi fattori rendono probabile una vittoria di Bizzozero. Innanzitutto, il lavoro non indifferente di un movimento che in dieci anni ha saputo raccogliere il consenso di chi non era soddisfatto del governo cittadino. Poi, la crisi, a livello nazionale, della destra e, in generale, di tutti i partiti non può che favorire una lista civica che per anni ha fatto opposizione a Pdl e Lega.

Si dividono le strade di questi due partiti, in parlamento come a Cantù. Le discutibili scelte dell’amministrazione uscente hanno determinato il divorzio tra i due alleati e anche all’interno delle stesse forze politiche. La Lega Nord e il suo candidato Nicola Molteni, appartenente alle fila maroniane, sembrano disconoscere l’operato del sindaco Sala.

Dall’altra parte, anche il Pdl ha capito che tira una brutta aria. Non a caso, ha candidato Attilio Marcantonio, un farmacista senza neanche la tessera del partito. Un homo novus, una faccia pulita e conosciuta da presentare per dribblare il problema della crisi di credibilità dei politici e dei partiti.

Lo stesso cruccio che attanaglia il Pd. I democratici non hanno mai avuto un grosso seguito a Cantù. Tuttavia, stavolta possono giocare le proprie carte. Il candidato Antonio Pagani è un personaggio conosciuto nel mondo dell’associazionismo della città ed è stato il primo ad avanzare la propria candidatura, ormai un anno fa. Più tempo a disposizione potrebbe significare più voti. Forse.

Questi quattro nomi sono i favoriti per il ballottaggio. Gli altri sei sono candidati da Sel, Udc e liste civiche, ma difficilmente li rivedremo al secondo turno. Al di là del risultato, una realtà è evidente. Dieci candidati sono tanti. A Como sono addirittura sedici. Questo riflette la scena politica italiana. Il bipolarismo tentato con la Seconda Repubblica è fallito. Riemergono le formazioni più piccole, che in un momento di crisi dei partiti riescono ad alzare la voce. Le liste civiche fioriscono, laddove la politica tradizionale arranca. Dalla frammentazione dei grandi blocchi germogliano le formazioni minori. Per molti, questo fatto è disorientante e negativo. Ma non per forza è così. Noi Italiani siamo fatti così: tanta politica, tante risse, ma anche tante idee.

S.D.

Nessun commento:

Posta un commento