lunedì 21 maggio 2012

M^C^O


Il 5 Maggio 2012 nasce Macao, centro delle arti per la città di Milano. Prima operazione compiuta dal collettivo di artisti milanesi “I Lavoratori dell’Arte”, in coordinamento con altre realtà italiane come il Teatro Valle occupato, è stata quella di prendere possesso di Torre Galfa, un grattacielo dietro la Stazione Centrale.

L’obiettivo era quello restituire alla città uno spazio abbandonato da circa quindici anni e dare ai cittadini uno spazio autogestito per produrre arte e cultura dal basso. Assemblee cittadine per coinvolgere i milanese e non nell’iniziativa, ospiti illustri come Dario Fò, tavoli di lavoro, concerti. Il 15 Maggio, però, i macachi vengono sgomberati senza violenza dalla polizia e Sabato 19 Maggio si muovono verso la nuova sede: Palazzo Citterio. Il nuovo luogo occupato si trova nella centralissima via Brera ed è al centro, da troppi anni ormai, del dibattito sul rilancio di un museo (http://www.facebook.com/note.php?note_id=119396404864535). A Macao si respira un’aria di rispetto per gli spazi comuni: sacchi per la spazzatura, inviti a non buttare i mozziconi a terra, orario di chiusura rispettato. A Macao, però, si respira anche un’aria di libertà, di socializzazione, di freschezza. Decisi a evitare l’etichetta di centro sociale che, in questo Paese, comprometterebbe il futuro del progetto, i macachi, cioè occupanti, artisti o cittadini incuriositi, cercano di creare un luogo adatto a tutti e non elitario, un luogo in cui potersi confrontare con realtà diverse. A Palazzo Citterio si può vedere una Milano eterogenea che discute, si diverte, vive. A Palazzo Citterio c’è l’esempio che, a dispetto del progetto fortemente voluto dalle istituzioni di dividere i cittadini in gruppi e di metterli uno contro l’altro, può esistere uno spazio per tutti i cittadini, gestito dai cittadini stessi.
Ci si aspettava, forse, una posizione più netta dal sindaco Pisapia che, anche grazie al sostegno di questi cittadini, ha vinto le amministrative lo scorso anno. Ma poco importa se il Comune non sostiene l’iniziativa come ci si aspetterebbe: è sicuramente più importante che l’unione dei cittadini riesca a riprendersi quei troppi spazi abbandonati e riesca a capire la reale potenza di un gruppo compatto. Per troppi anni, infatti, l’intero Paese è stato diviso dall’alto; adesso è il momento di riprenderci i nostri spazi, la nostra libertà, il nostro Paese. Macao è un primo piccolo passo verso quella primavera di cambiamenti tanto attesa. Vi invitiamo, quindi, a sbirciare numerosi tra le mura di Palazzo Citterio e a riferire ai macachi critiche e suggerimenti.
E se qualcuno vi chiedesse  “Perché andare a Macao?” potreste sempre rispondere come uno dei primi occupanti: “Perché Meravigliao”.

A.B.

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