Il 5 Maggio 2012 nasce Macao, centro delle arti per la città
di Milano. Prima operazione compiuta dal collettivo di artisti milanesi “I
Lavoratori dell’Arte”, in coordinamento con altre realtà italiane come il
Teatro Valle occupato, è stata quella di prendere possesso di Torre Galfa, un grattacielo
dietro la Stazione Centrale.
L’obiettivo era quello restituire alla città uno
spazio abbandonato da circa quindici anni e dare ai cittadini uno spazio
autogestito per produrre arte e cultura dal basso. Assemblee
cittadine per coinvolgere i milanese e non nell’iniziativa, ospiti illustri
come Dario Fò, tavoli di lavoro, concerti. Il 15 Maggio, però, i macachi vengono sgomberati
senza violenza dalla polizia e Sabato 19
Maggio si muovono verso la nuova sede: Palazzo Citterio. Il nuovo luogo
occupato si trova nella centralissima via Brera ed è al centro, da troppi
anni ormai, del dibattito sul rilancio di un museo (http://www.facebook.com/note.php?note_id=119396404864535). A Macao si respira un’aria di rispetto per gli spazi comuni: sacchi per la
spazzatura, inviti a non buttare i mozziconi a terra, orario di chiusura
rispettato. A Macao, però, si respira anche un’aria di libertà, di socializzazione,
di freschezza. Decisi a evitare l’etichetta di centro sociale che, in questo
Paese, comprometterebbe il futuro del progetto, i macachi, cioè occupanti,
artisti o cittadini incuriositi, cercano di creare un luogo adatto a tutti e
non elitario, un luogo in cui potersi confrontare con realtà diverse. A Palazzo
Citterio si può vedere una Milano eterogenea che discute, si diverte, vive. A
Palazzo Citterio c’è l’esempio che, a dispetto del progetto fortemente voluto
dalle istituzioni di dividere i cittadini in gruppi e di metterli uno contro
l’altro, può esistere uno spazio per tutti i cittadini, gestito dai cittadini
stessi.
Ci si aspettava, forse, una posizione più netta dal sindaco
Pisapia che, anche grazie al sostegno di questi cittadini, ha vinto le
amministrative lo scorso anno. Ma poco importa se il Comune non sostiene l’iniziativa
come ci si aspetterebbe: è sicuramente più importante che l’unione dei cittadini
riesca a riprendersi quei troppi spazi abbandonati e riesca a capire la
reale potenza di un gruppo compatto. Per troppi anni, infatti, l’intero Paese è
stato diviso dall’alto; adesso è il momento di riprenderci i nostri spazi, la
nostra libertà, il nostro Paese. Macao è un primo piccolo passo verso quella
primavera di cambiamenti tanto attesa. Vi invitiamo, quindi, a sbirciare
numerosi tra le mura di Palazzo Citterio e a riferire ai macachi critiche e
suggerimenti.
E se qualcuno vi chiedesse “Perché andare a Macao?” potreste sempre rispondere
come uno dei primi occupanti: “Perché Meravigliao”.
A.B.
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