venerdì 25 novembre 2011

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Una ragazza. Una festa. Il sabato pomeriggio in centro per quella minigonna e quella magliettina. Prepararsi sulle note di quelle canzoni con quell’amica che conosce proprio ogni dettaglio dei tuoi occhi. Forse sarà una serata senza amore, forse sarà un momento per sfuggire da quei genitori troppo opprimenti e da quella scuola che proprio non va. Il vento tra i capelli e le risate coperte dalla melodia di un motorino,miglior compagno di serate. “Se l’è cercata”.  Ecco il commento di cui la gente abusa troppo spesso.


Una serata finita male. Forse un coetaneo troppo annoiato, forse un adulto sessualmente disturbato, forse uno sconosciuto ebbro di violenza. Non si può cercare un abuso,non si può desiderare la distruzione della propria intimità, non si può volere un male così lacerante per se stesse. Donne picchiate,stuprate,denigrate,annientate mentalmente dai proprio mariti. Mutilazioni genitali volute dai propri padri. Ingiustizie nel mondo del lavoro. Discriminazioni nella carriera politica.  Ecco l’orrore che si cela  dietro quel “se l’è cercata”. Ieri la colpa era della minigonna, oggi è dello sguardo ammiccante, domani sarà del rossetto. Tutti cavilli che salvano il testosterone,sempre e comunque.  Nella giornata contro la violenza sulle donne serve un segno per il sesso debole,che non si può più permettere il lusso di esserlo. Basta idee da microcefali come il braccialetto anti stupro o le ronde per la sicurezza. Ci vuole cultura. Cultura sessuale,cultura sull’amore,cultura sul rispetto,cultura sulla donna. Ci vuole più consapevolezza negli individui del gentil sesso riguardo le proprie capacità e i propri diritti. Ci vogliono ferree e costruttive punizioni per chi si arroga il diritto di distruggere l’identità di un’altra persona. Come possiamo pretendere noi,donne dei cosiddetti Paesi civilizzati,di poter fermare  l’impalatura o l’infibulazione, quando siamo le prime a permettere ai nostri uomini di calpestare un pezzettino del nostro orgoglio? Mogli che lasciano il lavoro,che rinunciano alle loro passioni,che vivono nell’ombra del proprio compagno. Questo non è amore,è passività. Si può essere ottime madri e mogli senza dover per forza rinunciare ad essere felici. Si può osare e si può riuscire. Ma lo Stato dov’è? Dove sono le leggi per una maternità veramente tutelata? Dove sono gli asili per i cittadini di domani? Dove sono le scuole per la loro istruzione? Dove sono i bus o i treni che li accompagneranno nel loro tragitto verso la cultura? Non c’è ancora,nel 2011,in Italia,la parità dei sessi. Non c’è perché le ragazze belle sono ritenute  di conseguenza stupide, non c’è perché  una donna giovane è troppo inesperta e perché una matura non fa più buon brodo, non c’è perché la maternità è un’aggravante, non c’è perché le donne non si sentono libere . Ci vogliono madri,ma poi ci licenziano. Ci vogliono indipendenti,ma poi li spaventiamo. Ci vogliono curate,ma poi ci coprono con veli. Oggi,25 novembre 2011, essere donne in ogni angolo del mondo è un’impresa eccezionale; oggi,25 novembre 2011, “in generale le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà”; oggi,25 novembre 2011, si può combattere ancora per mantenere i diritti acquisiti e per ottenerne altri; oggi,25 novembre 2011, ci si indigna ancora per le violenze contro il gembro del mondo.
Basta alla violenze sulle donne.



A.B.

Vi invitiamo a:
-Ore 17.30 - "Donne in Nero: presenza silenziosa contro la violenza di genere e a sostegno delle donne colombiane"- COMO - P.ZZA SAN FEDELE

- Ore 21.00 - "Lorena e Hina. Due storie oltre la cronaca", monologo di Ida Spalla, con intervento Kaia Trinca Colonel - COMO - Sala Noseda - VIA ITALIA LIBERA, 23

DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011:
- Ore 15.00 - Shirin Ebadi: premio Nobel per la pace 2003. Una sfida per i diritti delle donne iraniane e di tutto il mondo" - OLGIATE COMASCO - Auditorium Medioevo

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