mercoledì 10 ottobre 2012

Consulta giovani a Cantù, un cantiere aperto


Organo politico o associazione culturale? Queste sono le possibili forme che assumerà la costituenda consulta giovani di Cantù. Ieri sera, circa 50 ragazzi si sono trovati alla sala civica di via San Giuseppe a Vighizzolo. Tema della serata, la creazione di una realtà che possa dare voce alle esigenze, alle idee e alle energie dei giovani del canturino. Ma sulla forma che prenderà questa nuova iniziativa, il dibattito è aperto. I presenti alla riunione si ritroveranno il 24 ottobre per chiarire la questione.

La serata di ieri si è aperta con la proiezione di un’intervista a Francesco Pavesi, assessore alle politiche sociali del Comune di Cantù, che ha garantito l’appoggio dell’amministrazione all’iniziativa. Poi si è parlato di spazi sociali, di volontariato, di aule studio, di dialogo con realtà locali come cooperative, associazioni, oratori; insomma, dei possibili contenuti della futura consulta. Ma oltre a questo, serve una struttura.

La prima idea è stata di costituire un’associazione formale, che preveda uno statuto, un conto in banca, una quota associativa versata dai soci. Questo permetterebbe alla nuova realtà di maneggiare del denaro, magari ricavato da feste di autofinanziamento, da investire in iniziative culturali, sociali, ricreative. Ma c’è chi non è d’accordo. «Sarebbe un’associazione come ce ne sono tante» ha fatto notare Roberto, del Laboratorio teatrale Città di Cantù. «Sarebbe più interessante un esperimento istituzionale, un organo consultivo che possa consigliare le scelte dell’assessore».

E qui parte la seconda proposta. La nascita di una nuova associazione non interessa molto quelle già esistenti, che preferirebbero un coordinamento di realtà giovanili, un organo riconosciuto a livello istituzionale che possa esercitare pressioni sul Comune facendo valere la voce dei ragazzi. In effetti, la parola consulta rimanda più che altro a una struttura di questo tipo. In questo caso, bisogna però verificare che esistano strumenti normativi adeguati: i giovani si informeranno presso il Comune. D’altra parte, il rischio di questa scelta è di creare un organismo poco influente nelle decisioni istituzionali, incapace di incidere effettivamente nella realtà dei ragazzi di Cantù.

Insomma, da una parte l’ipotesi di un’associazione, più pronta a livello operativo, ma priva di un peso politico; dall’altra, un organo istituzionale da affiancare all’assessore, che però rischia di rimanere rinchiuso nelle aule di palazzo. Cosa scegliere? Forse si potrebbe optare per una terza via, un ibrido tra le due proposte. Che però deve essere intelligente. Per trovare modelli di riferimento, non serve andare troppo lontano: il Coordinamento Comasco per la Pace e il Centro Servizi per il Volontariato sono realtà che riuniscono diverse associazioni e che, al tempo stesso, si danno un gran da fare sul territorio. Non a caso, alcuni giovani presenti ieri sera andranno alla sede del Csv per saperne di più.

L'unica certezza della serata è che la consulta dovrà essere lontana da qualsiasi schieramento politico e aperta a ogni tipo di contributo. Resta ancora molto da decidere e da lavorare, sulla forma e sui contenuti della nuova creatura. A giudicare dalla riunione di ieri, le buone intenzioni non mancano, e nemmeno le persone. Ora sta ai giovani sfruttare queste potenzialità per fare sentire la propria voce.

S.D.

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