venerdì 19 ottobre 2012

Milano come Reggio Calabria


No, non volevo far prendere un colpo a Bossi con questo titolo, a quello ci ha già pensato suo figlio... e ora che il Trota ha finalmente trovato un suo ruolo nella società, non sarò certo io a rubarglielo! In ogni caso, mi scuso, volevo solo essere sincera, io.

Comunque, visto che ormai l’ho menzionato, si conferma brillante l’idea di Umberto e dei suoi amici dalla sciarpetta verde di dividere l’Italia tra nord e sud: i problemi sono giù, dove c’è il sole, il mare e l’omertà, mentre qui al nord l’unica preoccupazione è la nebbia. Forse è per questo che l’assessore della regione Lombardia Zambetti è in manette con l’accusa di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. La nebbia! Già, tra un banco e l’altro, l’assessore non si è accorto di essere incappato proprio nella mafia e di aver comprato 4mila preferenze da 200mila euro da due esponenti della ‘ndrangheta.

Arrestato insieme all’assessore, con l’accusa di aver raccolto i voti nelle periferie milanesi, c’è anche Ambrogio Crespi, che però viene subito difeso dall’imparziale giudizio del fratello Luigi - ex sondaggista di Silvio Berlusconi - con la dichiarazione: «Mio fratello è un pirla, ma qualcuno ha millantato il nome della famiglia Crespi». Almeno in parte siamo d’accordo, Luigi!

Secondo la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano, Zambetti avrebbe pagato 50 euro a voto i “pacchetti” di preferenze dai clan calabresi Mancuso di Limbadi e Morabito-Palamara di Africo Nuovo. Purtroppo, ci sono molte altre persone coinvolte in questo caso di mafia e tra i nomi noti nel milanese ritroviamo anche quello di Vincenzo Giudice, ex presidente del consiglio comunale di Milano per il Pdl, che ha promesso appalti a esponenti della 'ndrangheta in cambio di voti a favore della figlia Sara in occasione delle ultime elezioni comunali.

Gli arresti, chiesti da Giuseppe D’Amico, pm della Dda, e disposti dal gip Alessandro Santangelo, hanno portato alla carcerazione di diciotto persone, ai domiciliari di due e all’obbligo di dimora di altre due. Tra i reati commessi, oltre al concorso in associazione mafiosa e alla corruzione, si parla di estorsione aggravata nelle zone di Crema, Assago, Cuggiono e Settimo Milanese, e di sequestro di persona, ai quali si aggiungono ricettazione e riciclaggio di denaro sporco. Un vero e proprio en plein.

Insomma, per farla breve, non si sa bene come andrà a finire la “questione meridionale” di Zambetti, ma, per il momento, devo dare ragione alla pungente - e purtroppo veritiera - ironia di Maurizio Crozza: «A San Vittore finalmente potranno fare la partita, assessori regionali e camorristi... che è praticamente un derby!».

G.P.

Nessun commento:

Posta un commento