Intervista a Marco Servettini.
È una cooperativa sociale che aggrega i consumatori per l’acquisto solidale. Nasce nell’ambito di “L’isola che c’è” quando abbiamo deciso di mettere intorno ad un tavolo consumatori e produttori per capire come andare incontro alle esigenze di entrambi.
Quando nasce questa cooperativa?
Fino al 2009 abbiamo attraversato una fase di sperimentazione in cui sono stati creati i cardini dei mercati: da una parte i produttori hanno iniziato a vendere i loro prodotti e dall’altra si è creato un pubblico più vasto. Nel 2009 nasce la Cooperativa la cui finalità non è un’azione comune, ma è la proposta di uno stile di consumo nuovo. Per promuovere i modelli di consumo sostenibile abbiamo iniziato delle attività culturali che vanno dagli interventi nelle scuole, ai campi estivi, alle serate. Alle scuole, ad esempio, proponiamo dei laboratori sugli orti.
La gente come vede le varie iniziative?
C’è un interesse diffuso per quanto riguarda il biologico e la filiera corta. La crisi non ci ha aiutato,ma non ci ha neanche particolarmente danneggiato perché c’è una crescita continua di gente. Lo scoglio più grande è sicuramente quello culturale: Corto Circuito propone un modo diverso di acquisto del prodotto. Le persone oggi sono abituate ad andare al supermercato a qualsiasi orario e a prendere subito quello che serve. Noi offriamo un modello basato sulla riflessione: bisogna ordinare una settimana prima e c’è la necessità di riconoscere quello che si acquista.
Come si possono ricevere i prodotti?
Inserendosi in uno dei quaranta GAS (Gruppi d'Acquisto Solidale) presenti sulla provincia di Como o creandone uno. I GAS, inoltre, rappresentano un nuovo modo per ricreare reti di socialità e per riscoprire quelle relazioni che vanno al di là del consumo. Un altro modo è quello di ordinare singolarmente e poi recarsi al mercato per ritirare il prodotto oppure rivolgersi direttamente al mercato anche se,oltre ai prodotti ordinati, c’è poca altra merce. La maggior parte dei prodotti,infatti, si ordina prima per evitare lo spreco.
Per quanto riguarda la sponsorizzazione?
La Cooperativa nasce nell’ambito dello sviluppo ambientale e culturale. Parte dei finanziamenti arrivano anche da chi ne usufruisce: ad esempio i campi estivi sono pagati dalle famiglie. Altro scopo della cooperativa è quello di creare lavoro e in merito a ciò abbiamo assunto due persone part-time a tempo indeterminato, un apprendista e abbiamo un contratto a chiamata.
Conviene convertirsi al modello che proponete?
Sicuramente! A parità di qualità di prodotto, ammesso che al supermercato si possa trovare la stessa qualità, noi badiamo anche al rispetto dei lavoratori. Si riconosce, soprattutto ai contadini, l’importanza della figura del piccolo lavoratore e l’impegno che ognuno mette.
A.B.
A.B.
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