venerdì 7 ottobre 2011

Una giornata Internazionale

Sabato mattina suona la sveglia alle 6 in punto (sì, avete capito bene: SABATO MATTINA) , la prima cosa che ho pensato, come ogni essere razionale ,è “ma chi me l’ha fatto fare??” poi, siccome la risposta è “io”, con un balzo mi sono alzato e 10 minuti dopo la Sandra (nome affettuoso che sta per “la mia auto”) già sfrecciava per le strade. Passo a prendere la mia compagna di avventura e partiamo per Ferrara… la città dico, non il coso grosso.

Dopo la dovuta pausa-caffè e qualche chilometro parcheggiamo non troppo lontani dal centro e passeggiamo alla ricerca di qualche indicazione, fino a quel momento assente, che ci indichi i luoghi che ospitano gli eventi di “Internazionale a Ferrara”.
Internazionale è un settimanale di informazione unico in Italia che ci racconta fatti e curiosità da tutto il mondo (per chi non lo sapesse: www.internazionale.it). Ogni anno Internazionale, a Ferrara, organizza una tre giorni di incontri/conferenze/spettacoli/esposizioni dove intervengono giornalisti e esperti da tutto il mondo.

Appena troviamo un programma delle giornata strabuzziamo gli occhi increduli da quanta scelta abbiamo! Come antipasto mattutino decidiamo di dedicarci ai problemi di politica internazionale e al teatro comunale di Ferrara assistiamo in una sala gremita e attenta all’incontro “La politica del compromesso”; sul palco per noi :David Rieff, famoso giornalista statunitense e Jean-Hervè Bradol della Fondazione Crash. In sintesi: cornice meravigliosa, personale gentile, servizio ottimo… miglior antipasto non potevamo trovare!
E allora via verso il cinema Apollo per la prima portata: “Questo è solo l’inizio”, un incontro che agli amanti dell’Africa e della letteratura fa brillare gli occhi, sullo stesso palco sono raccolti tra i più grandi artisti africani oggi in circolazione come Binyavanga Wainaina e A. Igoni Barret solo per citarne due. Prima portata molto ricca, è stato senz’altro un incontro che ha messo a nudo alcune pecche e pretese di quello che oggi ci ostiniamo a chiamare “nord del mondo”.

Nel pomeriggio, per il secondo piatto, cerchiamo di nuovo di prendere posto a teatro, ma scopriamo che per l’incontro che avevamo in programma i posti sono esauriti già un’ora e mezza prima (credo sia stato un complotto delle toghe rosse contro la mia persona)! Ferrara è davvero gremita di persone con la guida gialla dell’evento in mano che non vedono l’ora di potersi accomodare per ascoltare, assistere e confrontarsi! Ci dirigiamo allora a Palazzo Massari che alle cinque in punto ospita alcuni degli autori di “Nuove lettere persiane” (libro che sto leggendo ora e che consiglio vivamente a tutti, una magnifica lezione di ironia!) che ci leggono, accompagnati dal suono ipnotico dell’oud di Khyam Allami, alcuni passi sia delle nuove che delle “vecchie” lettere persiane di Montesquieu.
Siccome, però, l’appetito vien mangiando, c’è ancora tempo per seguire l’incontro con alcuni esponenti di Medici Senza Frontiere intervistati da Daria Bignardi (nota di colore: le bellissime calze a strisce che la Daria metteva fieramente in mostra).
E per finire, di nuovo di corsa a Palazzo Massari per goderci una proiezione fotografica curata dal critico francese Christian Caujolle.
Come potete immaginare, per cibare anche lo stomaco e non solo la mente il tempo non c’è stato per questo se avete visto una macchinina bianca sfrecciare sulla A1 alle due di notte con al volante qualcuno che si strafogava di patatine sì, quello ero io!

L’unica nota amara della rassegna è stata il riflettere sul fatto che tra me e un evento così bello e coinvolgente la distanza è più o meno di 300 km, ben più ampia però, è a volte la distanza tra me e la mia città, che un’occasione come questa non me l’ha saputa dare (anche perché non credo che avrebbero permesso una rumorosa proiezione fotografica oltre la mezzanotte!) .

Fabio Ronchetti

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