lunedì 3 ottobre 2011

Noi, fuori dalle grandi città e dai loro ingranaggi



Noi, fuori dalle radio, dalle spiagge
Fuori dai cortei, dalla burocrazia
Dallo sfarzo e dalla miseria , dalle feste con le droghe serie,
Dai concerti con le sedie, dai solarium, dai cortili coi pavoni
Dalle danze, dai condoni, da Manzoni e da Mameli

 Noi, qui fuori, abbiamo saputo cosa fare.


I Ministri fuori da Milano, dentro un paesino, ne è stata la dimostrazione.


Gloria al 23 settembre, quando il forse gruppo rivelazione rock dell’anno ha varcato i confini milanesi per addentrarsi nel più profondo comasco, spingendosi là dove non molti artisti di fama hanno saputo giungere, là dove non sempre il successo è assicurato, là dove non tutto è a portata di mano. Il paese di Figino Serenza e il suo patrono in festa li hanno accolti a braccia aperte, i briosi cittadini pure, la location un po’ meno, ma era un problema superabile.  La Pro Figino e l’agenzia musicale La Frequenza hanno fatto il possibile: allestito il tendone, costruito il palco, disposte le attrezzature, preparato gli strumenti, profuso i fondi. I giovani volenterosi figinesi si sono affannati tra cucina e organizzazione dell’evento, in una corsa all’ultimo secondo tra il piatto di costine da consegnare e la presa di corrente da mostrare. Ma i nostri sorrisi, la nostra esultanza, il nostro Esserci ha visto ricompensata la loro fatica.


E così, eccoci qui, Figino ci regala i Ministri sul palco: è l’ultimo concerto del loro tour estivo e noi siamo il biglietto d’addio. Con un’entrata gratuita il tendone è colmo di ragazzi, e di adrenalina. L’emozione esplode sin dalla prima canzone, tanto dagli altoparlanti che dai nostri cuori: urla, grida, balli e pogo scatenato, il parterre diviene un ring di danzatori. Fa niente se l’audio non è il massimo, il palco troppo basso, gli effetti non speciali, l’importante è stare lì, tutti insieme, anche gli amici che di solito non potevano venire perché “il concerto era troppo lontano”. Fa niente, perché se a caval donato non si guarda in bocca io non mi sogno nemmeno di testare la dentatura di questo cavallo, lo apprezzo così com’è, anche se non purosangue.

Ringrazio, perciò, Figino, da una parte per l’impegno e i fondi elargiti, dall’altra per averci permesso di partecipare alla sua festa. Se, infatti, scopo della Pro Loco era quello di mostrare che l’unione fa la forza per il bene della comunità e che solo insieme, noi con la presenza e l’energia, loro con la disponibilità e l’impegno, si possono coronare i sogni, allora grazie a questo evento l’associazione ha fatto centro.


Perché anche noi, qui fuori, in provincia, se PRESENTI, se UNITI, sappiamo cosa fare.


F.P.

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